Centro Studi e Ricerche SLR

Centro Studi e Ricerche SLR

mercoledì 22 luglio 2015

La "doppia faccia" del danno alla persona

Cassazione Civile, Sez. III, 9 giugno 2015, n. 11851


La Corte di Cassazione, sez. III, civile, nella sentenza n. 11851, del 09/06/2015, affronta e approfondisce il più volte discusso tema del danno alla persona.
La sentenza in esame ha ad oggetto la richiesta di risarcimento danni, nello specifico, non patrimoniali, patiti dal marito e dal figlio, in conseguenza della malattia e del successivo decesso, rispettivamente, della moglie e della madre, affetta da carcinoma maligno all’utero, che se tempestivamente diagnosticato, avrebbe potuto essere curato.
I familiari, dinnanzi al Tribunale di Venezia, avevano ottenuto il riconoscimento della responsabilità in capo alla clinica e al medico, oltre al ristoro del danno non patrimoniale, nell’ammontare di 1 milione 816 euro.
In secondo grado la Corte d’Appello di Venezia, riconfermando l’an , riduce il risarcimento a 580.816 euro.
Il medico ritenuto responsabile dell’omessa tempestiva diagnosi, ricorre in Cassazione, ove resistono, con ricorsi incidentali i familiari della vittima, e la clinica.
Superando una visione unitaria di danno alla persona, considerata riduttiva, vieni qui individuata una visione più ampia, e completa.
La Suprema Corte, nella sentenza in esame, dopo aver indicato la base normativa sia del danno esistenziale che è rappresentata dagli artt. 138 e 139 del Codice delle Assicurazioni Private (d.lgs. n. 209 del 2005), che del danno morale, rappresentata dal d.P.R. n. 31 del 2009 e n. 191 del 2009, afferma che si tratta di danni diversi e autonomamente risarcibili, reiterando così la legittimità del danno morale, ma in una duplice veste: quella di tipo relazionale e quella di natura interiore.

Sarà compito del giudice valutare, di volta in volta, quindi, sia la sofferenza morale interiore, sia l’alterazione dei precedenti aspetti dinamico- relazionali del soggetto leso. 

Nessun commento:

Posta un commento